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 about 

Trasparenza e leggerezza dei puri ed essenziali "paesaggi dell'anima" in vetta al crinale tra il visibile e l'invisibile, tra affioramenti e sparizioni
e' alla base della pittura di Antonio Masullo, un ironico viaggio dall' "oggetto" al "non oggetto", che, in realta' si puo' iniziare da qualunque
punto e verso qualsiasi direzione, nel rispetto dovuto all'assoluta liberta' dell'arte.
                                                          Gabriele Simongini


Il colore denso o fluido, steso sul supporto, si distribuisce istintivamente aprendosi in preziosi itinerari. Dall'osservazione assidua della realta',
dal patrimonio storico-artistico, affiorano in superfice "ricordi" o impronte, fondazioni da cui partire per la realizzazione di "cantieri"
Antonio Masullo costruisce architetture  fantastiche: sagome e perimetri ripetuti che assumono ritmi seriali. Pittore e progettista, ha un rapporto febbrile
con la Storia: come un archeologo scava instancabilmente, analizza stratificazioni, cerca tracce e testimonianze, registra e traduce ritmi e pulsazioni dell'anima.
Segni, sogni o desideri, si imprimono su tele, tavole, carte intelate, lamiere, frammenti di vita risparmiati al tempo per graffiare il tempo.
                                                         Pier Maurizio Greco


La pittura di Antonio Masullo, fremente di leggerissimi segni e delicate composizioni tattili, nasce e si muove nella costante ricerca febbrile di un'intensa espressione poetica.
Proseguendo dalla linea esistenzialista di Alberto Giacometti, Masullo si rivolge con un profondo gusto sperimentale alla ricerca intimistica della scuola di San Lorenzo,
in particolare a Pizzi Cannella, Luzzi, Ragalzi, Bianchi e Ceccobelli che, negli anni '80, opposero alla seducente Transavanguardia un pittoricismo corroso e sfrangiato sulla linea di una nuova cifra stilistica introspettiva.
Nell'opera di Masullo fragilissimi segni appena percettibili tornano come debole fossilizzazione di frammenti di memoria, come essenza di densita' depositata, scalfita e cancellata dalla dolorosa stratificazione dell'esperienza vissuta. A volte appaiono brevi accenni di sagome amorfe, memori dell'opera di Ragalzi, sono tracce di un vuoto lasciato da un plasticismo corroso: la forma divora se stessa in un drammatico e inesorabile slabbramento della memoria.

Paola Berardi

 

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